giovedì 5 giugno 2014

Movimento 5 Stelle 2.0 (la riscossa)

di Davide Amerio

Non so voi, ma a me fa ancora male la testa. L'asticella era posizionata a 30 (%), abbiamo saltato e ci abbiamo sbattuto dentro. Per carità, il salto non è stato poi mica tanto male. Saltare un 21 (%) è pur sempre un risultato eccellente e conferma un elettorato che ha compreso l'anima del movimento e non si è limitata a guardare le patine d'ombra che i media hanno creato intorno al M5S.


Possiamo raccontarci delle analisi dei flussi dell'elettorato, dell'infamante lavoro dei media nei nostri confronti, della propensione deglli Italiani a essere circuiti dall'uomo della Provvidenza, della giovinezza del movimento stesso ma, di fatto, se uno si pone degli obiettivi (#vinciamonoi) e non li raggiunge un'analisi impietosa e onesta occorre farla. Pena la dissoluzione progressiva di quanto creato in un misero oblio.

I problemi da esaminare sono, a mio modesto parere, diversi, non irrimediabili ma da affrontare in modo urgente. Abbiamo alcune certezze da cui partire:
1) Un folto gruppo di deputati, senatori, consiglieri che sono eccellenti! Hanno dimostrato in questi mesi e anni dedizione, passione, professionalità e onestà inusuali nel panorama politico italiano. Hanno conquistato una posizione politica di tutto rispetto e onorato il patto con l'elettorato (roba che non si vedeva da decenni in Italia!)
2) Il risultato del 21% è, in termini assoluti, un ottimo risultato per un movimento esiste da qualche anno e che si presenta per la prima volta al confronto elettorale europeo. In termini relativi, alle aspettative create, agli obiettivi posti, è una sonora sconfitta; non irrimediabile ma indice di debolezze e criticità mai affrontate o solo parzialmente.

Ora provo a esaminare i punti deboli del movimento.

Comunicazione
In ambito commerciale c'è una parola proibita che un "consulente" non deve mai pronunciare di fronte a un "cliente" che gli pone un'obiezione (giusta o sbagliata che sia): questa parola è "NO".
Tantomeno deve ribattere con locuzioni che "aggrediscano" il cliente o lo mettano in condizione di inferiorità o lo facciano sentire "stupido" anche se ha detto una gigantesca fesseria.

Qualcuno storcerà il naso pensando a una equazione politica=commercio e immaginando subito la mercificazione delle proprie idee come abbiamo visto fare negli ultimi 20 anni.
La questione è diversa. L'esempio da cui parto è "commerciale" ma le dinamiche delle relazioni tra due individui che si confrontano su un argomento qualsiasi è sempre la stessa.
Fateci caso: tutta l'obiezione mediatica che è stata posta nei confronti del movimento si è concentrata su una definizione ben precisa: "Voi siete quelli che dicono sempre NO!"
Una coincidenza? Per nulla. Una strategia precisa che lancia un siluro nel punto debole e colpisce.

Vogliamo farci una riflessione sopra o continuiamo a far finta di nulla ?!? Il tema è complesso e richiede una rivisitazione del linguaggio anche dei semplici attivisti che troppo spesso si lasciano andare a considerazioni "violente" nei confronti di chi la pensa diversamente e fanno più danni di quelli che possono immaginare.

Imparare a proporre (vendere) le proprie idee non vuol dire "truffare" bensì acquisire consenso e fidelizzazione. Berlusconi è stato (ora un po' meno) un ottimo venditore della peggior specie: quel tipo di venditore cui non interessa offrire al cliente ciò di cui abbisogna ma rifilargli il "sogno" che questo vuole comprare. Disonestamente non gli dice che quello è un sogno ma glielo vende e quando il "cliente" se ne accorgerà sarò troppo tardi e avrà già pagato il prezzo.

Un post sul blog di Beppe mesi fa mi ha colpito e amareggiato (e pure fatto incazzare). Seguiva la firma di Beppe e Casaleggio al documento di denuncia dei costituzionalisti contro le "riforme" di Renzi. Atto fantastico. Una di queste studiose esce con una frase discutibile: "speriamo che questo gesto serva a creare più democrazia nel movimento". Un pensiero opinabile, discutibile. L'occasione era ghiotta per ribadire con pacatezza le ragioni del M5S e invece sul blog appare un post, firmato Pilillo (no dico... Pilillo!!!) che riporta l'affermazione della signora e conclude con un maiuscolo "Ci avete rotto i coglioni!". Cinque minuti dopo la notizia rimbalza sul Fatto Quotidiano e su tutte le altre testate. Complimenti un autogol clamoroso! Essere democratici e dare libertà di parola non vuol dire che ogni cretineria deve essere pubblicata su un blog di riferimento. 
La mamma dei cretini è sempre incinta (si suol dire)... l'aggravante è che in tempi moderni regala pure il PC al figlio che può donare le sue "perle" al mondo intero. Liberi di essere cretini ... ?!?!


Programmi
L'assunto della democrazia in rete è quanto mai principio valido ma occorre stare attenti a far si che i progetti e gli obiettivi abbiano una eleborazione teorica completa che sappia rispondere alla complessità dei problemi. Facciamo un paio di esempi.

Soppressione dei finanziamenti pubblici all'editoria. Sacrosanta per carità. Ma ci "siamo" posti il problema dell'alternativa? Abbiamo (forse mi è sfuggito) un progetto alternativo che consenta aggregazioni di giornalisti per favorire iniziative editoriali indipendenti? Perché se non l'abbiamo è gioco facile l'obiezione "voi volete solo distruggere".

Programma delle europee. Uscito dalla rete. Bene, bravi. Ma se alcuni economisti dissidenti che non sono ostili al movimento (ex. Rinaldi) ci segnalano (e fanno ben presente a Grillo) che ci sono delle incongruenze che indeboliscono il progetto non sarebbe meglio prendere in considerazione queste critiche ed elaborare più ampiamente i temi anche con la rete? Per esempio con il sistema elettorale è già stato fatto un lavoro migliore con l'aiuto di Giannuli ma, rendiamoci conto, ci siamo presentati alle europee con un programma debole che molti, non ostili, hanno criticato. Questo non aiuta a incrementare i consensi.

Fattore G. (Grillo). Beppe Grillo è insostituibile ed è persona che stimo e a cui voglio un sacco di bene per tutto ciò che ha fatto e per la persona buona che è. Ma oggi il Grillo che serve è quello che è stato intervistato da Mentana. Chiaro, efficace, divertente, pacato. Nel paese nel quale domina il perbenismo e l'ipocrisia la voce della verità deve essere quieta, sussurrata. L'Italiano medio è un rivoluzionario in panofole, le uniche grida che ammette sono quelle per la propria squadra del cuore. Odiosa realtà ma bisogna prenderne atto e agire di conseguenza.

Democrazia interna. Le espulsioni sono state giuste e coerenti con gli obiettivi del movimento e la difesa del suo funzionamento. Vogliamo però dirci che in questi casi sarebbe opportuno documentare in modo ampio e pubblico quanto avvenuto evitando sintetici comunicati che altro non fanno che alimentare illazioni di ogni genere?

Vogliamo porci domande sull'efficacia del funzionamento delle strutture Web per le votazioni on line? Siamo sicuri che porre all'ultimo momento le votazioni e per poche ore sia davvero sinonimo di democrazia in rete? Non pochi lamentano tempi biblici per essere accreditati per votare e partecipare. Siamo sicuri che gli strumenti che abbiamo a diposizione siano sufficienti?

Qualche dubbio anche sulle modalità con le quali vengono prese le decisioni bisognerà pur farlo. Sovente nascono malumori per decisioni assunte non si sa bene da chi , quando, dove e a che titolo. L'idea di non avere una struttura gerarchica è quanto mai positiva perché impegna tutti ad essere più responsabili e partecipi. Ma siamo sicuri di avere modalità e strumenti corretti per far funzionare questo sistema? La mia impressione è che ci sia un po' da ragionarci su.

Bene, queste sono alcune cose delle quali discutere. Spero di non venire "scomunicato" per questo ma le mie osservazioni sono frutto di un sincero e profondo affetto per il movimento, per Beppe, Casaleggio e tutti gli attivisti che si prodigano ogni giorno.

Più conosco questo movimento e più lo amo ma amare significa anche avere il coraggio di guardare dentro e riflettere sulla relazione. La politica è sopratutto atto d'amore per se stessi e per la comunità: questa è la grande forza dei cinque stelle che non deve essere perduta per mancanza di coraggio nell'affrontare le proprie debolezze.
  

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