venerdì 6 dicembre 2013

Squadrismo giornalistico di sinistra

Ricordare il "fascismo degli antifascisti" di pasoliniana memoria è quasi uno spreco nella babele di assolutismi che governano l'informazione, le fazioni, gli schieramenti politici. Ma tocca di nuovo al M5S subire l'assedio delle truppe sinistroidi che giocano sulle parole e sulla confusione.

Dopo l'ennesimo articolo diffamatorio comparso sull'Unità  a danni del movimento, Grillo ha "osato" non solo riportare sul suo blog i contenuti dell'articolo (a firma Maria Novella Oppo) ma ha anche sollecitato tutti i simpatizzanti  a segnalare articoli del genere per raccoglierli in una rubrica apposita chiamata "Giornalista del giorno".

sabato 23 novembre 2013

Massimo Cacciari e il populismo dei 5 stelle

Ho ascoltato con piacere l'intervento di Di Maio (parlamentare 5 Stelle e Vice Presidente della Camera) alla trasmissione di Porro (qui il link). Un intervento misurato, educato e intelligente. Porro, ad un certo punto, ha mostrato un'intervista di Massimo Cacciari che parla del movimento. Molto interessante il pensiero di un filosofo che argomenta un presunto populismo cadendo in contraddizione con quello che sta dicendo. Vediamo.

Cacciari esordisce affermando che il movimento nasce occupandosi di problemi reali, ritiene talmente evidente questo fatto al punto di citare Lapalisse. Poi definisce "populismo" il principio, utilizzato dal movimento, di definire le persone più competenti attraverso la "rete". La ritiene la "dissoluzione" del principio della rappresentanza e demagogia pura.

venerdì 27 settembre 2013

La piccola Italia dei Barilla

Il clamoroso autogol di Guido Barilla con le dichiarazioni rilasciate alla trasmissione La Zanzara di Radio 24 rimbalza nel web tra opposte interpretazioni, tra chi è favorevole, chi è contrario e chi promette di boicottare il marchio.
I commenti si scontrano tra chi ritiene che l'imprenditore abbia espresso una legittima opinione e considera le contestazioni figlie della lobby gay che alberga a sinistra e tra chi considera quelle parole l'ennesimo sintomo omofobico.
Vale la pena di farci un paio di considerazioni esaminando proprio le parole di Guido Barilla.

venerdì 20 settembre 2013

La retorica intellettuale sulla violenza No Tav

No alla violenza senza sé e senza ma. Guai ai violenti. Dissociazione dalla violenza e dai violenti. Condanna della violenza. Marginalizzazione dei violenti.

Di fronte alla violenza le condanne (verbali) non mancano mai. Eppure la violenza sembra essere  sempre più una presenza costante nelle nostre vite: giornali, televisione, politici, ne parlano in continuazione. Tutti si dichiarano contro la violenza. Tutti fanno a gara nel chiedere di isolare i presunti violenti.

La violenza sull’individuo è deprecabile e perseguibile per legge, non accettabile dalla comunità civile in quanto violazione dei principi fondamentali di tutela della persona umana.
Nessuno però sembra domandarsi perché esiste tutta questa violenza, posta in essere e in potenza. Tutte le violenze sono uguali? Hanno lo stesso valore e sono ugualmente meritevoli della stessa condanna? 

Sembrerebbe di no.

giovedì 27 giugno 2013

Debito sovrano e morale

Negli ultimi giorni il profeta Beppe Grillo, tanto amato e tanto odiato in questa stagione politica, scrive sul suo blog un articolo nel quale, parlando di debito e di economia, usa la parola “default” per indicare il futuro prossimo (breve) del nostro paese. Nella Europa dei tecnocrati, default è una parolaccia non ammessa, una bestemmia tra le sacre mura della chiesa dell’alta finanza. Default significa insolvenza, vuol dire che i copiosi debiti sovrani contenuti nei bilanci delle banche dei paesi ricchi, non verranno saldati o saranno saldati solo in minima parte. Per scongiurare il fallimento dei paesi sono state imposte le rigide politiche di austerità che conosciamo e i trattati che mettono a rischio la sovranità degli stessi paesi.
Una domanda aleggia sulla questione dei debiti sovrani, molti economisti (e non) se la sono posta: il debito sovrano (perlomeno i debiti sovrani giganteschi di alcuni paesi) sono morali? Sono stati contratti con consapevolezza in favore dei cittadini oppure alle loro spalle senza che questi fossero a conoscenza delle conseguenze?
In alcuni paesi questo interrogativo è diventato il baluardo su cui è nato il riscatto economico e civile dopo profonde crisi economiche e sociali.