sabato 23 novembre 2013

Massimo Cacciari e il populismo dei 5 stelle

Ho ascoltato con piacere l'intervento di Di Maio (parlamentare 5 Stelle e Vice Presidente della Camera) alla trasmissione di Porro (qui il link). Un intervento misurato, educato e intelligente. Porro, ad un certo punto, ha mostrato un'intervista di Massimo Cacciari che parla del movimento. Molto interessante il pensiero di un filosofo che argomenta un presunto populismo cadendo in contraddizione con quello che sta dicendo. Vediamo.

Cacciari esordisce affermando che il movimento nasce occupandosi di problemi reali, ritiene talmente evidente questo fatto al punto di citare Lapalisse. Poi definisce "populismo" il principio, utilizzato dal movimento, di definire le persone più competenti attraverso la "rete". La ritiene la "dissoluzione" del principio della rappresentanza e demagogia pura.



L'ideologia che sta alla base di tutto ciò è che io non devo nominare un rappresentante che sia in grado di svolgere quella funzione... nomino me stesso! Perché di fatto con la rete quelli che stanno in Parlamento si sono auto nominati. E' un meccanismo che distrugge l'idea di rappresentanza. Il rappresentato dovrebbe essere uguale al rappresentante in questo meccanismo ideologico.

Questa visione ha molta presa a sinistra e viene comunemente usata per argomentare con toni di sufficienza la contrarietà al movimento. Di certo un parere così autorevole ha il suo peso.

Ci sono delle domande su cui Cacciari sorvola evitando di dare risposte razionali.
Ha ragione il filosofo quando dice che questa modalità di "selezione" mette in discussione il concetto di "rappresentanza" o, come lui dice, "distrugge" l'idea stessa. Ma davvero si deve al movimento la causa della "distruzione" del concetto di rappresentanza? Non sorge il dubbio che questo concetto, questa forma di amministrazione politica sia entrata in crisi prima della nascita del movimento e che, anzi, il movimento sia una risposta a questa crisi? Chi ha minato la credibilità del concetto di rappresentanza politica? Gli attuali manutentori del potere che negli ultimi 30 anni non hanno saputo risolvere quei problemi "lapalissiani" come li chiama Cacciari oppure Grillo ?

Non sono forse in caduta libera (in termini di voti effettivi) i partiti tradizionali? I giovani come Di Maio (27 anni) che cosa hanno potuto apprendere dal sistema politico da quando hanno la capacità di intendere? Non hanno forse visto rappresentanti nominati senza essere scelti dai cittadini, oppure voltagabbana vendersi al miglior offerente? Non hanno forse visto "rappresentanti" condannati, pluri indagati sedere tranquillamente come se nulla fosse tra gli scranni del Parlamento pagati dai cittadini che dovrebbero rappresentare?
Certo che possiamo raccontarci che il principio di rappresentanza e di "mandato senza vincolo" ha ragioni storiche ma quale ragioni "storiche" seguono coloro che con superbia prendono stipendi eccellenti e lavorano per loro tornaconto in Parlamento? Non dovrebbe essere lapalissiana anche la scelta, da parte di molti e in numero sempre maggiore, di chi non si fida più e non crede più nei così detti "rappresentanti"?
La responsabilità di questa sfiducia palese è colpa di chi cerca nuove strade per correggere il sistema o di chi perpetra nel tempo il malaffare facendo del Parlamento una cloaca di malavitosi, corrotti e corruttori?

E veniamo alla competenza; ovvero a quella frase sibillina di Cacciari per cui attraverso la rete nomino "me stesso". Qual'è il livello di competenza dei parlamentari oggi? Possiamo in coscienza dire che sono tutti competenti? Adeguatamente istruiti? Nominati per le loro capacità? Suvvia ... su quale pianeta vive Cacciari?
Se volessimo parlare di azzeccagarbugli certo non temiamo confronti!

Comparare il sistema di pre-elezione (primarie) attuato dalla rete come uno strumento per eleggere "se stesso" è una definizione non degna dell'intelligenza di Cacciari. Che il sistema usato sia da migliorare, perfezionare, che abbia lacune è indubbio, mettendo però anche nel giusto conto i tempi entro i quali il movimento ha dovuto operare e la quantità di bastoni tra le ruote che ha dovuto subire per presentarsi alle elezioni.

Cacciari vede, alla fine, in malo modo l'equiparazione di un cittadino al suo rappresentante. Qui si esprime quell'idea filosofica antica per la quale i rappresentanti devono essere dei saggi, dei "superiori", dei sapienti rispetto al popolo. Questo pensiero attraversa tutta la storia umana e rappresenta certo un ideale. Ma la realtà ci mostra che le debolezze, e gli interessi, trasformano i rappresentanti in altro e la democrazia rappresentativa viene svuotata del suo significato quotidianamente. Gli interessi dei cittadini sono specchio per le allodole, argomenti da campagna elettorale. Sono quegli argomenti lapalissiani di cui il filoso ci parla all'inizio ma che non trovano poi adeguato interesse nelle stanze del potere.

La chimera dei rappresentanti migliori eletti dal popolo è stata ampiamente smentita dal dopoguerra ad oggi nel nostro paese con particolare riguardo agli ultimi 20 anni. I fattori che influiscono sulla scelta da parte degli elettori (quando la scelta viene loro concessa!) sono ben altri rispetto alla competenza, nella media ovviamente. L'informazione, che dovrebbe giocare un ruolo prezioso nell'evidenziare la coerenza dei comportamenti dei politici, gioca un ruolo tutto opposto. Guarda caso proprio la "coerenza" è il tema dominante del movimento. E in tutto questo Cacciari ci vede solo un processo di auto referenzialità.

Allora davvero ci dobbiamo scandalizzare se un cittadino "qualunque" diventa un rappresentante? Ma poi, qual'è il criterio e il confine che stabilisce che un cittadino non ha le competenze e le capacità di diventare un buon rappresentante? Una laurea, un diploma, che cosa? E quali sono invece le "competenze" che dovrebbe avere un cittadino per scegliere un rappresentante migliore di sé stesso?

Allora è populista chi tenta di porre rimedio allo svuotamento della democrazia rappresentativa da parte di partiti-comitati-d'affari, lobby, mafie, cercando nuovi strumenti, nuovi criteri, nuove modalità di partecipazione o non è forse populista chi cerca di mantenere il popolo dentro gli stessi recinti ideologici e senza ritegno convince i propri elettori a firmare delle cambiali in bianco?

Ci dia una risposta su questi argomenti, il buon Massimo Cacciari, da persona intelligente qual'è.

2 commenti:

  1. by, su FB, di Davide Amerio
    Ho ascoltato con piacere l'intervento di Di Maio (parlamentare 5 Stelle e Vice Presidente della Camera) alla trasmissione di Porro (qui il link). Un intervento misurato, educato e intelligente. Porro, ad un certo punto, ha mostrato un'intervista di Massimo Cacciari che parla del movimento. Molto interessante il pensiero di un filosofo che argomenta un presunto populismo cadendo in contraddizione con quello che sta dicendo. Vediamo.

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  2. Ma che strano mondo è questo:
    quando il popolo protesta allora è populista, se muore di fame in silenzio e va a votare per la casta, allora sì che è popolare.
    I miei complimenti.
    http://www.ilcittadinox.com/blog/popolare-e-ordinario-per-chi-non-e-straordinario.html
    Gustavo Gesualdo

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