giovedì 27 giugno 2013

Debito sovrano e morale

Negli ultimi giorni il profeta Beppe Grillo, tanto amato e tanto odiato in questa stagione politica, scrive sul suo blog un articolo nel quale, parlando di debito e di economia, usa la parola “default” per indicare il futuro prossimo (breve) del nostro paese. Nella Europa dei tecnocrati, default è una parolaccia non ammessa, una bestemmia tra le sacre mura della chiesa dell’alta finanza. Default significa insolvenza, vuol dire che i copiosi debiti sovrani contenuti nei bilanci delle banche dei paesi ricchi, non verranno saldati o saranno saldati solo in minima parte. Per scongiurare il fallimento dei paesi sono state imposte le rigide politiche di austerità che conosciamo e i trattati che mettono a rischio la sovranità degli stessi paesi.
Una domanda aleggia sulla questione dei debiti sovrani, molti economisti (e non) se la sono posta: il debito sovrano (perlomeno i debiti sovrani giganteschi di alcuni paesi) sono morali? Sono stati contratti con consapevolezza in favore dei cittadini oppure alle loro spalle senza che questi fossero a conoscenza delle conseguenze?
In alcuni paesi questo interrogativo è diventato il baluardo su cui è nato il riscatto economico e civile dopo profonde crisi economiche e sociali.