venerdì 6 dicembre 2013

Squadrismo giornalistico di sinistra

Ricordare il "fascismo degli antifascisti" di pasoliniana memoria è quasi uno spreco nella babele di assolutismi che governano l'informazione, le fazioni, gli schieramenti politici. Ma tocca di nuovo al M5S subire l'assedio delle truppe sinistroidi che giocano sulle parole e sulla confusione.

Dopo l'ennesimo articolo diffamatorio comparso sull'Unità  a danni del movimento, Grillo ha "osato" non solo riportare sul suo blog i contenuti dell'articolo (a firma Maria Novella Oppo) ma ha anche sollecitato tutti i simpatizzanti  a segnalare articoli del genere per raccoglierli in una rubrica apposita chiamata "Giornalista del giorno".


Le code di paglia bruciano, evidentemente. Si è aperto subito lo sconfinato cielo dell'ipocrisia sinistroide capitanata dal Partito Democratico che accusa Grillo di ogni nefandezza che possa essere ricondotta al Fascimo.
Verrebbe quasi da ridere, se fossimo un paese serio; ma visto che non lo siamo e viviamo a testa in giù come Alice nel paese delle meraviglie, chi subisce le ingiurie diventa colpevole e chi spaccia opinioni personali per informazione e false notizie per fatti acquisiti guadagna fama immeritata di perseguitato.

L'articolo della Signora Oppo (che a chiamarla giornalista proprio mi pare un insulto a chi fa questo mestiere con decenza e impegno) apre con il seguente incipit:

Ogni giorno una pagliacciata: così gli eletti a 5 stelle pensano di rendersi degni del loro capo [...]

Tutto il pezzo è rivolto a trasportare l'attività parlamentare del movimento sul piano del ridicolo, della caciara, della visibilità mediatica. 

Vi sono dei passaggi che sono autentiche "perle" di ipocrisia, per una persona che scrive su un quotidiano finanziato dai contribuenti, organo di un partito che non ha rinunciato ad una lira dei soldi pubblici per il quale è prossima la condanna (finalmente) anche della Corte dei Conti:

Ma, per fare casino in aula e fuori, i soldi pubblici che i deputati grillini si sono tenuti sono comunque troppi [...]

Ogni frase ha il preciso scopo di deprecare l'attività del movimento senza portare uno straccio di prova. Sono opinioni. Pure e semplici. Legittime, per carità. 

Ma le opinioni sono, appunto, opinioni; non sono fatti e un giornalismo serio (attributo improponibile) dovrebbe distinguere gli uni dagli altri lasciando al lettore il modo di farsi una propria idea liberamente.

Nel paese a testa in giù questo non accade più e forse non ricordiamo nemmeno il tempo in cui è accaduto (se mai c'è stato questo tempo). 

Che la pretesa di Grillo di mettere in evidenza, una volta per tutte, gli articoli che diffamano il movimento e lo scherniscono (in questo modo vile e codardo) di fronte al pubblico che non usa altri mezzi per informarsi, scateni una bagarre di dichiarazioni pressapochiste e pregiudiziali, la dice lunga.

Il timore, nel contesto generale economico disastroso, ora che anche la giustizia (Costituzionale e Contabile) non può più tacere e illumina le ipocrisie su cui si regge questo sistema, il cittadino diventi sempre più consapevole di essere stato preso in giro per decenni (tra una bella bandiera e l'altra di destra, sinistra, centro) semina il terrore. La risposta è sempre più "dura" e "violenta" per coprire le colpe ignobili accumulate nel tempo. Si tratti di NoTav, Grillo, NoMuos, No Tap, o di chiunque osi infrangere la fitta rete delle ipocrisie creando squarci di luce, il panico isterico viene tramutato in aggressività squadrista dove soggetti diversi (politici, leader, figure istituzionali, giornalisti, industriali, sindacalisti) serrano le file per tentare di non soccombere. Ma è troppo tardi, la verità emerge sempre, anche se la seppellisci sotto un cumulo di macerie (cit) 


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